Ricette mediche elettroniche, tra benefici non percepiti e frenate

Oggi, ad ormai qualche anno dalla sua introduzione, la ricetta elettronica fa saldamente parte delle nostre vite e della nostra quotidianità, tranne che in alcune zone molto circoscritte del nostro Paese, tutti i medici di Medicina Generale l’hanno adottata. La normativa in realtà riguarderebbe tutti i medici prescrittori di farmaci, ma di fatto solo i medici di famiglia sono direttamente coinvolti in questa rivoluzione, visto che i medici specialisti e quelli ospedalieri che rilasciano ricette mediche sono poco rilevanti statisticamente.

La ricetta medica è stata dematerializzata, ma non tutti se ne sono accorti, perché? La presenza del promemoria cartaceo ha senza dubbio rallentato e in alcuni casi ha impedito a molti di percepire con la giusta dose di chiarezza i benefici che il nuovo sistema ha prodotto.

Gli studi medici in molti casi sono ancora troppo affollati, spesso da pazienti anziani o scarsamente digitalizzati, che sentono il bisogno atavico di entrare in possesso di una “ricetta cartacea”. In realtà questa è già digitale, ma viene stampato un promemoria, destinato a scomparire, ma che è stato pensato per un periodo di transizione più dolce. Il promemoria però ha tenuto alti i costi di stampa e non ha certo contribuito a snellire tempistiche e impegno a carico dei medici e di riflesso dell’intero sistema sanitario.

La ricetta dematerializzata tra presente e futuro

Non è facile prevedere cosa ci attende nel futuro, la tecnologia si evolve in modo sempre più rapido. Le ricette mediche elettroniche sono parte del nostro futuro, anzi sono ormai da tempo nel nostro presente, anche se non tutti se ne stanno accorgendo a dovere. Sono al centro di un’autentica rivoluzione, di un percorso profondo di rinnovamento e digitalizzazione che porta numerosi vantaggi e sostanzialmente zero rischi. Non si spiegano quindi alcune resistenze.

Le ricette dematerializzate si collocano in un solco già tracciato da tempo. Sempre più documenti, contenuti, servizi, che entrano nella nostra quotidianità sono totalmente dematerializzati, ovvero non sono legati in nessun modo ad un supporto fisico, ma esistono invece solo in digitale, questo riduce tempi e costi e rende la circolazione e lo scambio delle informazioni più semplice e praticamente istantaneo. Bisogna senza dubbio affrontare importanti tematiche come quelle della sicurezza e della privacy, ma a conti fatti i vantaggi concreti superano le potenziali criticità.

Oggi il nostro medico può prescriverci un farmaco e noi potremo ritirarlo in ogni farmacia d’Italia solo presentando il nostro codice fiscale. Nessun rischio di perdere ricette, che il farmacista non capisca la grafia del medico o altre problematiche che in passato erano comuni. Tutto viene inserito e gestito da sistemi informatici che non solo semplificano la vita del cittadino, ma permettono al sistema sanitario nazionale di assisterlo meglio, in modo più moderno, efficace e completo.

Non bisogna temere la tecnologia o resistere al cambiamento in particolare quando questo è positivo. La digitalizzazione è un processo ormai inarrestabile, che va monitorato e guidato, che deve rispondere sempre meglio alle esigenze di ognuno, ma che di sicuro non va sottovalutato o magari demonizzato.