Le mosche emergono dalle larve in un periodo inferiore ad una settimana, e la loro vita dura circa venti giorni; normalmente vivono vicino ad accumuli di materiale putrescente, come i sacchetti dei rifiuti o gli escrementi, nei quali depositano le loro uova. La loro stagione d’attività dura per tutti i mesi caldi, e se non controllate possono facilmente infestare una casa in maniera grave. Per prevenirne l’ingresso, alcune semplici norme di buonsenso possono fare molto: svuotare regolarmente i bidoni dei rifiuti e non lasciare accumulare soprattutto quelli organici, disporre zanzariere alle finestre per evitare l’ingresso di adulti, e in generale mantenere una scrupolosa pulizia della casa.
Se invece il problema si è già radicato, e si deve combattere un’invasione già in atto, i metodi devono necessariamente farsi più aggressivi, e occorre ricorrere agli insetticidi o a dispositivi ad onde elettromagnitiche. Ne esistono ormai di ragionevolmente sicuri e atossici per gli esseri umani; spesso sono in forma residuale, ossia permangono sulle superfici mantenendo la propria letalità per diversi giorni. Altri strumenti che si sono spesso rivelati utili sono le trappole a colla, da disporre dietro le finestre e in generale in qualsiasi punto dove si noti accumulo di mosche: una volta invischiate, sarà semplice disfarsene. Per finire, in alcuni casi, si ottengono buoni risultati anche con particolari esche avvelenate da lasciare nella spazzatura e laddove le mosche si nutrono. Se questi metodi non dovessero rivelarsi sufficienti, l’infestazione ha raggiunto significativi livelli di gravità, e diventa necessario rivolgersi a dei professionisti.