Secondo stime assolutamente ragionevoli di entomologi di tutto il mondo, sulla Terra esistono più di ottantamila diverse specie di mosche. Nonostante la notevole variazione fra tutte queste specie diverse, alcuni tratti rimangono costanti, e fra questi c’è il potenziale pericolo sanitario rappresentato da questi insetti per via del loro continuo contatto con sostanze putrescenti dalle quali trasferiscono meccanicamente germi e parassiti che vanno a contaminare alimenti, stoviglie, e perfino direttamente il nostro organismo. Visto tale pericolo, e la massa enorme di insetti di cui abbiamo parlato, diventa evidente come sia irrinunciabile provvedere a regolari e cadenzati interventi di disinfestazione mosche, in modo da tenere sotto controllo il problema ed evitare conseguenze gravissime: fra le malattie diffuse da questi insetti ci sono anche la febbre gialla e la malaria.
Le mosche emergono dalle larve in un periodo inferiore ad una settimana, e la loro vita dura circa venti giorni; normalmente vivono vicino ad accumuli di materiale putrescente, come i sacchetti dei rifiuti o gli escrementi, nei quali depositano le loro uova. La loro stagione d’attività dura per tutti i mesi caldi, e se non controllate possono facilmente infestare una casa in maniera grave. Per prevenirne l’ingresso, alcune semplici norme di buonsenso possono fare molto: svuotare regolarmente i bidoni dei rifiuti e non lasciare accumulare soprattutto quelli organici, disporre zanzariere alle finestre per evitare l’ingresso di adulti, e in generale mantenere una scrupolosa pulizia della casa.
Se invece il problema si è già radicato, e si deve combattere un’invasione già in atto, i metodi devono necessariamente farsi più aggressivi, e occorre ricorrere agli insetticidi o a dispositivi ad onde elettromagnitiche. Ne esistono ormai di ragionevolmente sicuri e atossici per gli esseri umani; spesso sono in forma residuale, ossia permangono sulle superfici mantenendo la propria letalità per diversi giorni. Altri strumenti che si sono spesso rivelati utili sono le trappole a colla, da disporre dietro le finestre e in generale in qualsiasi punto dove si noti accumulo di mosche: una volta invischiate, sarà semplice disfarsene. Per finire, in alcuni casi, si ottengono buoni risultati anche con particolari esche avvelenate da lasciare nella spazzatura e laddove le mosche si nutrono. Se questi metodi non dovessero rivelarsi sufficienti, l’infestazione ha raggiunto significativi livelli di gravità, e diventa necessario rivolgersi a dei professionisti.