Incisione e marcatura laser: uno strumento versatile

Se lungamente gli standard per la marcatura dei pezzi prodotti nelle industrie manifatturiere sono stati quelli delle tecnologie di stampa, come l’inkjet e la serigrafia, è già da svariati anni che stanno acquisendo importanza e peso sul mercato le marcature e le incisioni laser.

Il fondamento è da ricercarsi nei punti di forza di questa tecnologia, che offrono preziosi vantaggi a chi la adotta:

1. La marcatura laser è stabile – non solo nel senso di “durevole e resistente”, ma nel significato ben più importante che nella maggior parte dei casi è assolutamente impossibile rimuoverla senza distruggere contemporaneamente l’oggetto marchiato;

2. L’accuratezza elevatissima proposta dai sistemi di marcatura laser: una volta stabilito quale sia il segno o marchio da aggiungere, non importa più quanto sia complicato o complesso il disegno, né quanto siano sottili le linee: la ripetizione è sempre esatta, pezzo dopo pezzo.

3. Il controllo digitale delle macchine marcatura laser; lavorare con macchine interamente digitali significa che il cambiamento di un marchio, che si riduca ad una sola linea o sia una completa trasformazione, non richiede la modifica di neppure un pezzo meccanico, ma si svolge semplicemente selezionando un diverso file da far imprimere alla macchina.

4. La tecnologia laser non prevede materiali di consumo né acquisti di ricambi o parti aggiuntive: l’investimento è quindi agevolmente misurabile, e i costi di manutenzione si limitano al consumo energetico.Una volta che tutti i parametri siano stati impostati correttamente, diventa quindi possibile imprimere un marchio precisamente costante su qualunque numero di pezzi.

A seconda infatti di tali parametri, è possibile ricavare diversi risultati:

1. Una effettiva incisione, scavata nel materiale; questo meccanismo è affine a quello un tempo ottenuto con delle presse meccaniche, che punzonavano i marchi nei pezzi finiti. Utilizza solitamente un laser CO2 o YAG, e può essere applicato sulla superficie di quasi qualsiasi materiale, con profondità variabili da difficilmente percettibili a notevolmente profonde; è questo, ad esempio, il processo che si utilizza per registrare i numeri di serie sulle parti metalliche dei fucili e delle pistole.

2.Una marcatura leggerissima, che si limiti ad un’abrasione estremamente superficiale del materiale, quasi non alterandone la faccia lavorata. Esistono infatti aziende per cui il procedimento aggressivo descritto prima non è applicabile, in quanto i loro prodotti verrebbero distrutti, o danneggiati nelle loro funzionalità specifiche, da un’incisione profonda della marcatura. È il caso delle ceramiche e di tutta la componentistica elettrica, fusibili e semiconduttori.

3. Una marcatura colorata. Il laser, di per sè, non stampa, incide: per questa ragione, solitamente, non può creare marchi colorati. Tuttavia anche questo limite può essere superato, realizzando i pezzi con plastiche particolari, o addizionate di sostanze chimiche specifiche, che una volta irradiate dal laser reagiscano cambiando colore dove colpite. Il frutto è un marchio nitido quanto tutti i marchi laser, ma colorato.

4.Una marcatura nera su superficie metallica. Solamente su pezzi metallici, è possibile effettuare, con un laser YAG ad alta frequenza e bassa potenza e velocità, una vera e propria ricottura dello strato superiore del metallo. Il frutto di tale procedimento è un marchio a livello, che non incide la superficie, ma interamente nero.

5. Una marcatura a contrasto. In questi casi, il materiale viene anteriormente coperto di una vernice o di uno strato plastico; il laser ha qui il ruolo di asportare quel sottile strato di copertura, in modo da manifestare il colore del materiale sottostante. Il procedimento viene anche utilizzato per esporre il metallo laddove debba, ad esempio, avvenire un contatto elettrico, lasciando il resto del pezzo isolato.