Tra i tanti modelli disponibili sul mercato, lo specifico tipo di essiccatoio da utilizzare viene scelto in base, sostanzialmente, alle sostanze da lavorare – particolarmente, per essere più precisi, a seconda della quantità di liquido di cui esse sono impregnate, e da cui il processo di essiccazione deve liberarle, ma anche in base alle caratteristiche del materiale che si troverà a passare all’interno dell’essiccatoio stesso. Fra le distinzioni più basilari che si possono applicare nel suddividere una categoria di macchinari industriali tanto vasta, possiamo dividere gli essiccatoi in modelli a riscaldamento diretto o indiretto, e a funzionamento continuo o discontinuo.
Poniamo ad esempio il caso di un materiale da asciugare che abbia la forma di un nastro continuo: è una caso molto diffuso, ad esempio, in due industrie come quella cartaria e quella tessile, che trattano entrambe materiali umidi e avvolti in enormi bobine. L’essiccatoio ideale per questo lavoro è il modello a cilindri riscaldati internamente a vapore, sui quali verrà fatto passare, e così asciugato, il lungo nastro di materiale. Se invece abbiamo a che fare con un solido da essiccare che abbia aspetto granulare, sceglieremo un essiccatoio di tipo del tutto diverso, del modello comunemente definito ” a tamburo”, e faremo girare il nostro solido in un tamburo cilindrico inclinato, percorso da fumi o aria calda per essiccare il materiale, e che ruota sul proprio asse rimestandolo costantemente.
Esistono, d’altro canto, materiali che al contato con flussi d’aria, o fumi, caldi, potrebbero risultarne danneggiati; in tali casi si sceglierà di impiegare un essiccatoio a riscaldamento cosiddetto indiretto, ossia dove la camera a tamburo (concettualmente comparabile a quella vista prima per i solidi in forma granulare) viene fatta girare all’interno di una camera di combustione, e quindi il fluido caldo non entra mai in contatto diretto con il materiale da disseccare. Nei casi in cui, invece, si debba essiccare un materiale abrasivo, che ruotando nel tamburo potrebbe danneggiarlo, si impiega un essiccatoio verticale a turbina, in cui il solido viene fatto cadere lungo una serie verticale di dischi rotanti, mentre i gas essiccanti passano fra un disco e l’altro.
Per finire, andiamo a fare una rapida carrellata fra i più particolari dei tanti altri tipi di essicatoio; ne sono un esempio I modelli utilizzati per quei materiali che si presentano a blocchi, come i laterizi o le ceramiche, basati su camere a funzionamento discontinuo; quelli che al ciclo discontinuo aggiungono un riscaldamento di tipo indiretto, e vengono abitualmente utilizzati nell’industria alimentare, sia nella variante orizzontale che in quella verticale; e quelli, sviluppati per disseccare le sostanze solide in soluzione o sospensione, come spesso si presentano nell’industria farmaceutica, basati su un cilindro rotante riscaldato all’interno con del vapore. Sulle pareti esterne di tale cilindro viene spruzzata la sostanza che si desidera essiccare, e una volta che il processo è completato questa viene raschiata e raccolta con delle apposite spatole..